19 luglio 2012

African Dinner


Lo scorso mese di giugno ho avuto la possibilità di fare un viaggio straordinario in Uganda, insieme a “Gli Amici di Angal”, un’associazione che da tanti anni sostiene, con un supporto medico e finanziario, un ospedale in un piccolo villaggio nel nord dell’Uganda. Era da tanto tempo che volevo fare un’esperienza del genere e l’occasione finalmente è arrivata quando Mario e Claudia, fondatori dell’associazione e genitori della mia amica Elena, mi hanno voluto in uno dei loro viaggi ad Angal.
Durante il mio mese di permanenza in Uganda ho scritto un lungo diario, per fissare su carta ogni singolo momento di quest’esperienza….. e non riuscirei a sintetizzare tutto in un post.
Quindi, restando in tema con il blog, qui parlerò solo di cucina.



In Uganda, che è un paese davvero povero, non esiste una cucina tipica. Gli ugandesi mangiano poche e semplici cose, alcune originarie di altri paesi e un po’ rivisitate, altre fatte con le poche materie prime a disposizione, come la cassava.
Lì però c’è la possibilità di mangiare frutta esotica strepitosa, con un sapore e una dolcezza molto lontani da quelli della frutta acquistata nei nostri supermercati.
Una sera abbiamo chiesto ad un ragazzo ugandese, che per un certo periodo è stato il cuoco dei padri comboniani di Angal, di cucinare per noi “sambussa”, “cassava” e “chapati”. Io ed Elena abbiamo preso appunti e seguito passo a passo tutta la preparazione.
Così un giorno abbiamo deciso di prepararli con le nostre mani.
Abbiamo preparato i sambussa, che sono calzoni fritti fatti con una pasta tipo “fillo” ripieni di carne e cavolo stufato (in verità la forma avrebbe dovuto essere un po’ diversa ma non siamo riuscite a riprodurre tutte le pieghe che ci erano state illustrate). Poi abbiamo lessato la cassava, che è un tubero molto diffuso, da cui ottengono la farina, che è stata poi tagliata a bastoncini e fritta. E per finire ho preparato anche il pane che ho cotto nel forno a legna della cucina dei padri.


Le mie doti culinarie sono però state messe alla prova in occasione del compleanno di Francesco che, già prima di partire, mi ha richiesto la torta.
Ovviamente lontano dalla mia cucina e soprattutto dalle nostre attrezzature e ingredienti era impossibile cimentarsi in torte a strati e decorazioni in pdz.
Così, approfittando della fantastica frutta disponibile, ho optato per una semplice crostata di frutta. La stessa farina acquistata sul posto non è raffinata come la nostra ma sono riuscita comunque a realizzare una buona frolla e una discreta crema pasticcera, preparata con il latte appena munto.

Dal punto di vista decorativo non è certo delle più belle…. ma per me rappresenta comunque un bellissimo ricordo.

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